Primavera in mostra: tre esposizioni da visitare nei Beni FAI

Primavera in mostra: tre esposizioni da visitare nei Beni FAI

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Primavera in mostra: tre esposizioni da visitare nei Beni FAI
Appuntamenti

06 maggio 2025

Le mostre da non perdere ospitate nei Beni FAI di Milano, Varese e Venezia: un viaggio inedito tra arte, fotografia e design, dove i luoghi di cui ci prendiamo cura ogni giorno dialogano con il collezionismo, la storia del Novecento e la contemporaneità della rivoluzione tecnologica.

Villa e Collezione Panza, Varese

La mostra Un altro sguardo. Opere dalla Collezione Gemma De Angelis Testa, in esposizione fino al 12 ottobre 2025, inaugura un ciclo espositivo dedicato al collezionismo, inteso come espressione di un pensiero, di un’identità, come strumento di indagine, chiave di lettura del presente e pratica culturale dal valore educativo. Con questo obiettivo, il FAI porterà ciclicamente negli spazi espositivi della Villa importanti raccolte d’arte privata: altre collezioni che rivelano “altri sguardi” rispetto a quello di Giuseppe Panza di Biumo, che si riflette così precisamente nella collezione permanente di Villa Panza e nell’allestimento da lui stesso creato, da rendere questo luogo esemplare nel raccontare chi sia un collezionista e cosa significhi collezionare.
Nel primo appuntamento è dunque l’impronta esistenziale di Gemma De Angelis Testa – che in oltre trent’anni ha selezionato e raccolto opere di artisti come Mario Schifano, Pier Paolo Calzolari, Julian Schnabel, Bill Viola, Anish Kapoor, Tony Cragg, Anselm Kiefer – ad affiancarsi alla visione introspettiva e spirituale che guidò Giuseppe Panza, offrendo al pubblico di Villa Panza un altro sguardo sull’arte: da strumento di conoscenza interiore, come lo è stato per Panza, a forma di indagine sul presente, come lo è per Gemma Testa.

Negozio Olivetti, Venezia

Curata da Bartolomeo Pietromarchi, la mostra Formafantasma. The Shape of Things to Come – in esposizione fino al 28 settembre – è incentrata sugli arredi di design progettati dal duo di designer, architetti e artisti Formafantasma e realizzati riciclando parti di macchinari elettronici obsoleti, che assumono così una nuova funzione e nuove forme, e soprattutto offrono l’occasione di affrontare il tema attualissimo, ma non molto diffuso, dei rifiuti tecnologici. Il progetto trova perfetta collocazione, e anzi un ulteriore livello di racconto, nel Negozio Olivetti, perché «accanto alle macchine storiche, conservate come pezzi da museo, che testimoniano gli albori di una rivoluzione tecnologica di cui la Olivetti fu protagonista a livello mondiale, gli oggetti realizzati con le macchine riciclate raccontano l’altra faccia di quella storia e gli esiti di quel progresso, non del tutto felici, svelandone alcune ombre e soprattutto gli attuali costi, per l’uomo e per l’ambiente», ha dichiarato Daniela Bruno, Direttrice Culturale FAI.

Villa Necchi Campiglio, Milano

Fino al 12 ottobre, Villa Necchi Campiglio ospita una mostra dedicata a Ghitta Carell (1899-1972), la fotografa ritrattista più celebre dell’Italia tra le due guerre. Curata da Roberto Dulio, l’esposizione Ghitta Carell. Ritratti del Novecento raccoglie più di cento opere, tra fotografie vintage, lettere, cartoline, libri, documenti d’archivio e l’attrezzatura fotografica, esposta per la prima volta in una mostra. Vittorio Emanuele III e la regina Elena, Umberto e Maria José di Savoia, Margherita Sarfatti, Benito Mussolini, Cesare Pavese, Walt Disney, Pio XII e Giovanni XXIII: tutti sono stati in posa davanti al suo obiettivo nell’arco di quarant’anni. Ghitta Klein, ungherese, ebrea, nel 1924 è in visita a Firenze e decide di fermarsi in Italia per intraprendere la professione di fotografa. Negli anni di più intensa attività apre anche uno studio a Milano, in via Conservatorio 20. Tra le fotografie di questo periodo spiccano alcuni ritratti particolarmente legati a Villa Necchi come quello dell’architetto Piero Portaluppi, delle due sorelle Necchi, Nedda e Gigina, ma anche Giulia Maria Crespi, fondatrice del FAI, in un ritratto da giovane a fianco della madre, Giuseppina Fossati Bellani. Con la promulgazione delle leggi razziali nel 1938, Ghitta Carell non sarà perseguitata, ma il suo ruolo e il suo nome inizieranno a essere censurati e omessi. Nel dopoguerra continuerà la sua attività fino al 1969 quando si trasferisce ad Haifa, dove vivono la sorella e la nipote, e dove morirà nel 1972.

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