SANTUARIO MADONNA ROSSA DEL MONTE

SAN ZENONE DEGLI EZZELINI, TREVISO

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SANTUARIO MADONNA ROSSA DEL MONTE
Le origini del Santuario della Madonna del Monte sono collegate agli Ezzelini, quando esso fungeva da chiesa del castello, e come Santa Maria del Castello appare nei documenti dei secoli successivi. Subì notevoli danni nei terremoti del 1695 e 1836, ma nel 1873 fu ricostruita nell’ ampiezza attuale, su disegno di Antonio Carlini di Treviso, nello stile che ricordasse l’epoca Ezzeliniana. La parte decorativa (affreschi e medaglioni) venne eseguita dal pittore Noè Bordignon. Durante la grande guerra la chiesa fu trasformata in magazzino e, solo nel settembre del 1919, la statua della Vergine Maria fece il suo ritorno sul Castellaro. Negli anni Cinquanta la chiesa fu di nuovo ristrutturata con interventi migliorativi, fu anche aperta una nuova strada di accesso e lungo il percorso furono costruite le stazioni della Via Crucis, con formelle in ceramica dello scultore Sanzenonese Francesco Rebesco. Dello stesso artista sono le opere sui tre altari del Santuario. Un altro artista Sanzenonese, il pittore Valerio Giacobbo, provvide alle tinte interne ed esterne, in occasione della consacrazione del Santuario. I vetri istoriati sui finestroni e sul rosoncino sono di Luigi Bizzotto; le statue lignee del Perethoner di Valgardena. Nel 1988, il Santuario ha subito ulteriori restauri, sia esternamente (facciata) che internamente (pavimentazione). Sopra la porta centrale appare la scena della crocifissione, traguardata ad un azzurro cielo che porta il dramma della nostra redenzione in una luce di paradiso. A destra, la figura tanto umana e nel contempo trasumanata di San Pio X. Nel finestrone dirimpetto è rappresentato l’angelo custode in atto di proteggere una giovinetta dai pericoli. Nel finestrone di fronte sta la figura di San Zenone, vescovo di Verona e patrono della parrocchia. I due altari laterali, ideati dallo scultore Francesco Rebesco, sono dedicati ai genitori della Vergine, San Gioacchino e Sant’Anna. Nella parte superiore dell’altare, inscritto in un triangolo, c’è l’occhio di Dio, la cui immobile fissità sembra contemplare con uno sguardo creatore il piano meraviglioso che donerà al mondo Maria e il Salvatore.
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